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Ecco un nuovo blog della serie “E se fosse un film” ispirato in questo caso da uno dei grandi temi sempre più attuali in ambito organizzativo: la collaborazione in azienda tra funzioni e dipartimenti diversi.

Come forse avrete già capito dai precedenti blogs della serie, utilizzo spesso nel corso dei miei workshops video tratti da film o serie TV per spiegare i concetti più diversi. Film e serie TV, che un po’ tutti vediamo, offrono un esempio immediatamente tangibile a cui molte persone possono relazionarsi. La comprensione di un concetto è così molto più semplice ed efficace.

Ma torniamo al tema di oggi: la collaborazione in azienda tra funzioni e dipartimenti diversi.

L’organizzazione aziendale: supporto o ostacolo alla crescita

Le aziende modernamente strutturate, specialmente se di dimensioni più grandi, hanno tutte una forma organizzativa bene precisa.

Le più comuni sono le organizzazioni funzionali, in cui le persone sono organizzate in aree omogenee per tipo di attività, e quelle divisionali, in cui le persone sono organizzate in base ad una dimensione del business (per es. prodotto o mercato)., Esistono però molte altre tipologie di struttura organizzativa che rispondono a diversi criteri e sono adottate sulla base delle specifiche esigenze del business in oggetto. Per una panoramica potete guardare anche qui.

In ognuno di questi casi, le attività delle persone che lavorano nell’azienda sono determinate dal “Silos” di appartenenza, intendendo per “Silos” i diversi pezzi (funzioni o divisioni) che compongono l’organizzazione stessa.

I tipici silos di un’organizzazione funzionale sono per esempio: vendite, marketing, amministrazione e finanza, servizio clienti, ricerca e sviluppo etc..

I tipici silos di un’organizzazione divisionale sono per esempio: Piccoli clienti, Grandi clienti, oppure Vernici, Colle e Solventi o ancora Prodotti per la pulizia, Prodotti per la bellezza e salute e Carta etc..

Le diverse tipologie di organizzazione, quando usate correttamente, forniscono alle aziende il supporto necessario per lavorare e produrre risultati. Esse promuovono la lo sviluppo delle conoscenze intorno a temi specifici, promuovono anche un senso di responsabilità e di focus verso i risultati.

Questi sono tutti aspetti positivi, ma non sempre la realtà è così rosea.

In un mondo ideale, i silos dovrebbero essere trasparenti e dare la possibilità a chi sta fuori di capire come lavorano e di rassicurarli che si lavora nel miglior interesse dell’organizzazione. E dovrebbero anche essere permeabili, così da consentire alle informazioni di entrare e uscire dal silo e permettere quindi agli altri di usare questa conoscenza e informazioni a beneficio dell’intera organizzazione.

Ma sfortunatamente, questo di rado accade, e nella maggior parte dei casi i silos incoraggiano comportamenti di cui beneficiano solo gli appartenenti al silo stesso. I giochi politici diventano la norma e il gioco diventa quella di tenere le informazioni quanto più private possibili. L’informazione è potere!

Infine, i silos riducono anche la trasparenza sull’organizzazione e generano dei feudi dove le persone sono meno incentivate a collaborare, a condividere informazioni e a lavorare insieme come un team. La collaborazione in azienda è inesistente. E tutto ciò porta anche a delle decisioni di bassa qualità, che rischiano di danneggiare l’efficienza e la profittabilità dell’azienda stesa.Se volete ulteriormente approfondire le conseguenze negative sulla collaborazione in azienda derivanti dalla creazione di silos aziendali leggete qui.

Divergent come perfetta metafora delle dinamiche delle organizzazioni

E per rappresentare questa situazione comune a molte aziende di dimensioni le più diverse ho scelto un film (e relativi sequel) tratti da una famosa serie di libri per young adults – Divergent.

Il film è ambientato in una distopica Chicago del futuro, dove la popolazione è rigidamente organizzata in fazioni.

Le fazioni sono cinque: Abneganti, Pacifici, Candidi, Intrepidi ed Eruditi.

Ciascuna fazione ha un proprio tratto caratterizzante e questo tratto determina anche in maniera molto precisa il ruolo che ciascuna di loro ha all’interno della società.

Così accade che

  • Gli Abneganti, che conducono una vita semplice e altruista, sono al comando del governo;
  • I Pacifici, che credono nella felicità e nell’armonia, si occupano di produrre cibo per la popolazione;
  • I Candidi, che perseguono onestà e verità, sono responsabili per le leggi e l’amministrazione della giustizia;
  • Gli Intrepidi, dal carattere coraggioso e spericolato, sono i protettori della città;
  • Gli Eruditi, che perseguono la logica e la conoscenza, sono insegnanti, scienziati e dottori, si dedicano alla ricerca e alla cultura.

Vi ricorda qualcosa tutto ciò? Non sembra esattamente la divisione di attività tra le diverse funzioni in ambito aziendale?

Il mondo in questo contesto è molto ordinato, ognuno ha un ruolo chiaro nella società. Tutto sembra procedere lungo dei binari già stabiliti e l’ordine tra le fazioni è mantenuto strettamente sotto controllo. D’altra parte gli abitanti della città hanno conosciuto solo questo tipo di realtà e qui “si è sempre fatto così”.

E guardando a questa realtà sotto un altro punto di vista, credo sia facilmente affermabile che Diversity e Inclusion non siano proprio in cima all’agenda dei governanti questa società.

La Diversity intesa come comprensione, accettazione e valorizzazione delle differenze tra le persone manca decisamente in questa società del futuro. Le diverse fazioni vivono in maniera quasi isolata le une dalle altre. I loro figli frequentano scuole diverse, alcune fazioni sono considerate meno “prestigiose”.

Sì, decisamente poca Diversity qui!

Anche in questo caso, l’analogia con il mondo aziendale mi sembra sia molto forte.

E l’Inclusion? Se intendiamo per Inclusion la creazione di un ambiente collaborativo, e rispettoso che aumenta la partecipazione e la collaborazione da parte di tutti, anche qui possiamo affermare che manca decisamente. Come manca in molte aziende!

Ma vediamo come continua la storia.

Le persone nascono in una fazione (quella dei genitori), ma all’età di 16 anni i ragazzi possono scegliere a quale fazione appartenere per il futuro. Per aiutarli in questa scelta vengono sottoposti ad un test per capire le proprie attitudini. La scelta finale rimane però in mano ai ragazzi che nel corso della Cerimonia della Scelta possono decidere se rimanere nella propria fazione di origine o andare in un’altra.

E la scelta di una fazione diversa da quella di origine è un avvenimento forte. I ragazzi se cambiano fazione devono interrompere i rapporti con la famiglia di origine. Cambiare fazione è letteralmente una scelta che cambia la vita.

Le analogie con le organizzazioni in cui le persone lavorano sempre e soltanto in una funzione e dipartimento ed in cui i cambi di funzione sono visti come un avvenimento curioso ed inusuale continuano…

I Divergenti: la salvezza dell’uomo (e delle aziende!)

Esistono però delle persone particolari che nel corso del test attitudinale dimostrano di avere caratteristiche di più di una fazione. Ed è proprio quello che accade alla protagonista della storia, Beatrice Prior, interpretata da Shailene Woodley.

L’esito del test di Beatrice è, infatti, inconcludente: la ragazza risulta essere adatta a più di una fazione.

Le rarissime persone che ottengono questo risultato sono chiamate Divergenti. I Divergenti sono considerati persone poco controllabili, non allineate, e perciò destabilizzanti in questa società rigidamente suddivisa in fazioni. Per mantenere la pace, pertanto vengono eliminati fisicamente.

Ecco in azienda non si arriva ad eliminare fisicamente le persone che dimostrano un ampio spettro di capacità e skills, ma sicuramente non hanno vita facile.

Se da una parte la loro capacità di ricoprire ruoli diversi e muoversi agevolmente tra le funzioni è una risorsa (non sempre sfruttata), non si capisce però cosa fare di loro, non si sa che percorsi di carriera far loro intraprendere.

E se per caso vogliono cambiare lavoro all’esterno? E qui la situazione si complica, i recruiter vedono queste figure con perplessità: tutti questi ruoli? Tante funzioni diverse? Cosa c’è che non va?

Ma continuiamo la nostra storia, il mondo tranquillo cambia rapidamente e gli Eruditi cercano di prendere il potere con l’appoggio degli Intrepidi scatenando una lotta che lascia una scia di morte e distruzione.

La nostra eroina Beatrice cerca di salvare la situazione combattendo insieme ai pochi altri Divergenti e cercando l’alleanza con le altre fazioni che non vogliono essere sottomesse.

Un evento scatenante ed improvvisamente le funzioni cominciano a parlarsi tra loro!!! Vi ricorda niente? E qui vi lancio una provocazione: E’ proprio necessario aspettare uno shock (interno o esterno che sia) per avviare un dialogo tra le varie funzioni aziendali? Non sarebbe meglio parlarsi nel quotidiano?

Beatrice poi in questo momento in cui è in fuga e cerca alleanze, va proprio a vivere tra i Pacifici, sperimentando il loro modo di vivere e apprezzando il contatto con la natura e la semplicità della loro vita.

Beatrice crea una connessione profonda con i Pacifici, consentendole di vedere meglio gli aspetti positivi di quella fazione. Il creare una connessione più personale è alla base di una buona collaborazione in azienda ed è il primo step per un’efficace gestione delle relazioni con i diversi attori aziendali (Stakeholders Management).

Ci avviciniamo rapidamente alla fine della storia.

Infatti, nel corso del film ed i suoi sequels (Insurgent e Allegiant) si scoprono delle importanti verità sui Divergenti.

Scopriamo, infatti, che in passato la popolazione umana era stata sottoposta ad una serie di esperimenti genetici, che avevano l’obiettivo di eliminare dei tratti negativi della personalità come l’aggressività o la disonestà.  Gli esperimenti erano però considerati un fallimento perché le personalità di chi era stato trattato erano incomplete e presentavano dei tratti “estremi” nelle persone: alcuni erano eccessivamente onesti, altri eccessivamente altruisti, e così via.

Questo aveva quindi portato alla nascita delle fazioni e alle divisioni interne.

Si era quindi tentato di ripristinare l’integrità genetica ed in questo contesto, i Divergenti e il moltiplicarsi del loro numero erano considerati positivamente, dato che erano sintomatici di un DNA rigenerato e più simile a quello originale.

I Divergenti erano considerati la salvezza della specie umana!

Cosa significa tutto ciò in ambito aziendale?

Proviamo a vederlo insieme.

Come abbiamo già detto più sopra, le aziende sono normalmente organizzate in funzioni e/o dipartimenti. Queste funzioni/dipartimenti vivono ciascuno un po’ vita propria: ognuno ha i suoi obiettivi non necessariamente allineati a quelli delle altre funzioni. Ognuno lavora solo sulle parti di propria competenza del processo di creazione/produzione/distribuzione/vendita del prodotto/servizio oggetto dell’attività dell’organizzazione e il cliente è servito da ciascuna funzione in maniera differenziata (se è servito)!

Quello che succede in una parte dell’organizzazione è in sostanza ignoto a chi appartiene ad un altro dipartimento. Le singole funzioni sviluppano un proprio linguaggio, una propria sub-cultura che li distingue e a volte le contrappone alle altre.

Come vivono queste organizzazioni l’attuale contesto di business?

La risposta è semplice: non bene!!

L’attuale contesto di mercato richiede dei tempi di reazione veloci ai cambiamenti. Prodotti e servizi devono adattarsi rapidamente alle richieste dei clienti, e contemporaneamente i clienti si aspettano di essere coccolati dalle aziende e vogliono che queste si presentino in maniera unitaria.

Anche aziende blasonate falliscono nella gestione delle proprie operazioni end-to-end. I risultati sono interazioni con i clienti difficili e onerose, occasioni perse per la mancanza di comunicazione tra il marketing e le vendite, difficoltà di accogliere richieste di personalizzazione da parte dei clienti. E la lista potrebbe continuare.

In questo contesto anche creare innovazione, portare nuove idee sul mercato, è difficile. Le buone idee si fermano spesso ai “confini” di una funzione e non riescono mai ad acquisire la forza necessaria per essere veramente sviluppate e lanciate sul mercato.

E le conseguenze sono facili da intuire. Il business stagna per la difficoltà delle diverse funzioni di comunicare, collaborare e decidere insieme.

Le soluzioni per sviluppare la collaborazione in azienda

Come è possibile risolvere questo problema? Quali sono le soluzioni disponibili alle aziende? Come è possibile migliorare la collaborazione in azienda?

Ed è qui che “Divergent” ma anche il “Design Thinking” ci vengono in aiuto.

Il primo strumento per migliorare la collaborazione in azienda è assumere e coltivare “Divergenti”.

I Divergenti tradotti in termini aziendali sono persone che hanno esperienze molto varie, che si trovano a proprio agio lavorando in funzioni diverse e che hanno un mindset e un approccio interdisciplinare.

I Divergenti lavorano all’intersezione tra diverse discipline, portando in ogni nuovo ruolo quanto hanno imparato in altri ruoli ed industrie. La capacità di produrre innovazione in questa situazione cresce esponenzialmente.

Le aziende possono anche coltivare i propri Divergenti, favorendo le rotazioni tra le diverse funzioni e privilegiando nei percorsi di carriera la differenziazione del background piuttosto che la conoscenza specialistica.

I “Divergenti” nel nostro mondo sono noti come “Multipotenziali” o recentemente li ho visti chiamare “Contaminati interdisciplinari”: comunque li vogliate chiamare, la vostra azienda non potrà più farne a meno!

Il secondo strumento per migliorare la collaborazione in azienda è l’utilizzo di metodi e processi decisionali collaborativi come il Design Thinking o il Lean Decision Quality  che coinvolgano persone di diverse funzioni e dipartimenti.

Il terzo strumento per migliorare la collaborazione in azienda è la creazione di vera diversity e vera inclusion. La diversity, intesa non solo come differenza di genere, ma come differenza di educazione, competenze, provenienza, etc…., significa introdurre in azienda persone dai background anche specialistici i più vari. La Diversity, in combinazione con strumenti come il Design Thinking o il Lean Decision Quality, mette a disposizione dell’azienda e consente di sfruttare una varietà di punti di vista e prospettive che fanno superare gli usuali limiti delle organizzazioni tradizionali e lavorare in maniera  efficace, coinvolgente e innovativa.

Solo così è possibile creare vera “inclusion”.

E solo così è possibile valorizzare le caratteristiche di ciascuno facendo emergere quell’intelligenza collettiva che è la vera arma segreta delle aziende per crescere e prosperare nel mondo di oggi.

E la tua azienda quanto è divergent? Condividete con me le vostre riflessioni!

Ed ecco la clip:

 

 

I marchi “Divergent”, “Insurgent” e “Allegiant” e le relative immagini sono di esclusiva proprietà della Lionsgate Films e Summit Entertainment.